Juventus-Catania 1-0

1-0
(Giaccherini 91′)

Formazioni iniziali

JuventusBuffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Vucinic, Giovinco. 

A disposizione: Storari, Rubinho, Peluso, De Ceglie, Marrone, Isla, Padoin, Giaccherini, Matri, Quagliarella, Anelka.  

Catania: Andujar; P. Alvarez, Spolli, Bellusci; Izco, Biagianti, Lodi, Almiron, Marchese; Gomez, Castro. 

A disposizione: Frison, Potenza, Rolin, Sciacca, Augustyn, Ricchiuti, Keko, Barrientos, Terracciano, Salifu, Cani, Doukara. 

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Una vecchia abitudine degli spettatori, per evitare gli ingorghi del traffico, è lasciare lo stadio qualche minuto prima del fischio finale. Con questa Juve è meglio sorbirsi qualche minuto in più in coda, ma rimanere ben saldi al proprio posto. Perché arrivare a casa prima oggi voleva dire perdersi il gol che può valere una stagione. E’ arrivato al 47’ da uno dei giocatori simbolo della squadra di Conte: Emanuele Giaccherini. Simbolo non perché sia un uomo copertina, ma perché è uno che non molla mai. E’ umile e prezioso. Sa aspettare il suo momento. Sa lavorare in silenzio. E sa essere decisivo. Oggi lo è stato nel finale di una gara che fin dai primi minuti ha fatto capire che razza di pomeriggio sarebbe stato.
Pronti via e il Catania alza un muro di dieci uomini a difesa dell’area, con il solo Gomez che rimane più avanti a cercare di sfruttare le ripartenze. Si capisce subito che servirà pazienza per sfondare le barricate, ma si intuisce anche che la Juve di oggi è pimpante. Pirlo, per quanto braccato, dirige la manovra con la solita lucidità, Marchisio sembra tarantolato, Giovinco pressa e regala tocchi di fino e Lichtsteiner ara la fascia. Il problema è che qualunque iniziativa va a sbattere contro l’attenta difesa di Maran e per impegnare Andujar si deve provare da lontano.
Il primo a farlo è Vucinic, che al quarto d’ora si libera con una veronica che manda a spasso due avversari e spara un destro  dal limite che costringe al volo il portiere dei siciliani. Non hanno miglior sorte i tentativi di Barzagli, alto e di Bonucci, a lato, mentre sembra più insidiosa la risposta di Lodi, che lascia partite una sventola di sinistro senza centrare la porta.
Alla mezz’ora è Marchisio ad avere il pallone buono ai sedici metri: il centrocampista si inserisce nello scambio tra Giovinco e Vucinic e  cerca il secondo palo, trovando solo una deviazione e un angolo.
La Juve alza ancora di più il pressing e Vucinic va addirittura a rubare palla in piena area, riuscendo a coordinarsi e a calciare in porta. Andujar è battuto, ma il tiro prende in pieno il palo.
La mole di gioco dei bianconeri è imponente, meno il numero di occasioni create.
Serve più incisività negli ultimi metri, o qualche sventola ben mirata come quelle di Bonucci e Pogba che, a inizio ripresa, trovano pronto Andujar. Il francese ora ha una marcia in più e ci prova ancora da fuori area, mettendo a lato. Conte vuole più profondità e inserisce Matri al posto di Giovinco. Il copione non cambia: Juve avanti a testa bassa e Catania che ribatte colpo su colpo. Al 28’ da una punizione di Pirlo, respinta dalla barriera, nasce una ghiotta occasione per Marchisio che arriva sulla respinta e anticipa l’uscita di Andujar, ma calcia fuori. Subito dopo entrano Giaccherini e Quagliarella per Asamoah e Vucinic, nel tentativo di velocizzare la manovra e a due minuti dalla fine Pogba, decisamente il migliore in campo, inventa una giocata da applausi. Il francese recupera palla poco fuori dalla propria area, salta un uomo e con un diagonale di quaranta metri pesca l’ex cesenate che punta la porta, ma esagera con i dribbling e perde palla ed equilibrio.
Sembra un segno del destino e in effetti lo è. Non perché la partita sia segnata, ma perché è ancora dalla combinazione tra i due che nasce il gol della vittoria: al 47’, in pieno recupero, Pogba arpiona il pallone in area e crossa dalla destra, Andujar smanaccia sui piedi di Giaccherini che controlla e fa esplodere lo stadio. E’ il giusto premio per una partita che solo la Juve ha dimostrato di voler vincere. E’ il gol che vale un vantaggio di nove punti sul Napoli, sconfitto dal Chievo a Verona. E’ la prova che questa Juve non molla mai, fino alla fine…





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